Riceviamo e pubblichiamo molto volentieri questo sentito pezzo dell’amico Marco, Juventino a Napoli che speriamo possa scrivere più spesso per noi, che ci racconta il suo libero sfogo prima della partita di stasera. Buona lettura.
-Libero sfogo di un innamorato di Napoli e della Juventus.-
Per un bianconero napoletano Juventus-Napoli non può essere una partita come le altre. A Napoli la Juve è l’avversario da battere, la nemica di sempre. La vigilia della sfida può durare settimane, nelle quali ogni pretesto è buono per far polemica, per sentirsi vittima di ingiustizie, per gridare preventivamente allo scandalo. Il post-partita in caso di successo si trasforma in celebrazione, i racconti delle (rare) vittorie azzurre diventano romanzi, spettacoli teatrali, film. Dopo ogni sconfitta invece iniziano anni di recriminazioni, in cui i meriti dell’avversario non sono quasi mai riconosciuti.
Juventus-Napoli è più di un derby perché gli sfottò propri di ogni stracittadina quì non c’entrano. Se ne fa una questione di rivalsa sociale, di appartenenza, come fossero inscindibili l’amore verso il posto dove si è nati e quello per la squadra di calcio. La mancanza poi di un termine, che distingua l’essere napoletano in quanto cittadino di Napoli, dall’essere napoletano cioè tifoso del Napoli, non aiuta di certo a far comprendere quanto ogni juventino partenopeo possa amare profondamente la propria città. Così io ho coniato “napolista” per chiamare il tifoso azzurro.
“Come fai a tifare per una squadra del nord,quelli ci odiano…” il classico, obsoleto luogo comune a cui si deve far l’abitudine. Come se la Juve non avesse tifosi in ogni angolo del globo. Come se gli stupidi, i repressi, quelli che usano lo sport per dar libero sfogo ai loro peggiori istinti non fossero dappertutto. Non riescono a capire che la loro intolleranza non può rappresentare un popolo che ha avuto da sempre nel proprio DNA l’amore. Non riescono a capire che ciò che senti dentro, nel profondo, va aldilà di un semplice confine geografico.
Eppure spiegarlo sarebbe così semplice: il tifo è passione e come tutte le passioni non vuol sentir ragioni.
Marco Caffariello (@marcokaf)