E adesso? Bi-plete?

Share: Facebook Twitter Pinterest di Davide Peschechera “Poche chiacchiere, sarebbe un grosso colpo uscire anche dalla Tim Cup e ritrovarsi con questo squadrone a lottare solo per Campionato ed EL”. […]

di Davide Peschechera

“Poche chiacchiere, sarebbe un grosso colpo uscire anche dalla Tim Cup e ritrovarsi con questo squadrone a lottare solo per Campionato ed EL”. Lo pensavo e lo avevo scritto ad inizio partita, lo penso ancora e lo ribadisco: più che la sconfitta in sé, a bruciare è il secondo(?) obiettivo(?) stagionale. Direzione di gara che definire controversa è un eufemismo. Decisioni discutibili della terna arbitrale. Tagliavento approssimativo e leggermente casalingo. Benatia probabilmente non doveva finire il primo tempo, graziato dopo 15′ con “un’ammonizione da ultimo uomo”. Novità regolamentari. Poi er go’ de Peluso era regolare ma Thohir ci ha ripensato e ha detto no. Primo cross decente di Isla in 2 anni e gol annullato. Pallone uscito di 30cm.(forse), dopo i 21cm. di Llorente. L’antisistema del guardalinee ha funzionato. Dubbio offside sul loro gol, con la Rai che non sa neanche cosa significhi la parola “replay”. Sugli episodi Conte sereno: “Giovinco? L’arbitro ha deciso in questa maniera, non voglio entrare nell’analisi dell’episodio, lo accettiamo. Il gol di Peluso? Rivedendolo, a me sembra dentro e pure di parecchio, sinceramente parlando, poi si può sbagliare e si può non sbagliare, ma la palla è dentro. Però ribadisco, meglio che sia successo a sfavore nostro perché sennò figurati che succedeva se accadeva a favore nostro, con tutta la storia degli aiutini…”

La Juve rimaneggiata di Coppa Italia e imbottita di panchinari tiene testa alla Roma titolare per tre quarti di partita ma alla fine capitola di contropiede ed esce dalla competizione, con qualche valutazione che, al di là della direzione di gara, va fatta in tutta onestà. 7/11 dei titolari in campo. Fuori Tevez, Llorente, Buffon e Pogba. E nel secondo tempo anche Chiellini, con Barzagli a mezzo servizio. Condivisibile la necessità del turnover ma se la Juve avesse giocato solo 5 minuti da Juve avrebbe vinto facilmente la partita con una Roma incapace di trovare altre soluzioni d’attacco (limite di Garcia) differenti dal contropiede in rapidità (per altro fatto benissimo dalla Roma e sfruttato nell’unica occasione concessa).Pesa però il turnover esagerato di Conte, forse troppo sicuro di poter fare risultato anche cambiando esterni e coppia d’attacco tutti insieme. Se non ci fosse stata la Roma (e forse anche il Napoli, Conte avrebbe fatto giocare anche Padoin e Caceres. Per dire. Si poteva dare importanza alla Coppa Italia con una rotazione mirata più mirata e meno massiccia. Poi però Conte fa capire le reali intenzioni a fine partita: “Avevamo sempre utilizzato la coppa per fare rotazione e abbiamo bisogno di avere 20-22 giocatori abituati a giocare anche questo tipo di partite.” Conte tiene unito il gruppo promettendo ai panchinari di giocare la Coppa Italia e deve rispettare i patti. Solo così si spiega il turnover massiccio, perché Conte così mostra anche più rispetto per i vari Quagliarella e Giovinco facendogli giocare una partita che contava qualcosa piuttosto che giocare senza motivazioni contro la Sampdoria, però se Conte pretende da loro il massimo senza che abbiano continuità col campo è difficile che rendano. Non giocano mai, è normale che quando hanno una chance non siano in grado di sfruttarla. Troppa differenza con i titolari che ormai sono di un altro pianeta, hanno altri ritmi, altre misure, tutt’altra intensità di passaggi. È evidente. Se le riserve toccano palla troppe volte consecutivamente vanno in affanno o sbagliano gli appoggi o le misure del passaggio. Vedi gli attaccanti e gli esterni, appunto.

Sindrome europea? Macché. Mentalità di Coppa. Nazionale e non. Sappiamo ammazzare il campionato e non aggredire le partite che contano. La mentalità di coppa come la acquisisci se nelle coppe giochi sempre coi rincalzi? Vedi Copenaghen in Champions e Roma in Coppa Italia. Una Juve che nelle coppe ama complicarsi la vita. Gioca sempre con le infradito e la palla medica da 5kg. E si ostina a giocare con le riserve sino all’80’. Mi domando a cosa servano i punti di vantaggio in campionato se non a gestire situazioni delicate come gli impegni rognosi di Coppa Italia ed Europa League. A noi le Coppe stanno indigeste. Spero di vedere diverso approccio e intensità in Europa League. Continua ad esserci una Juve a due facce, tra campionato e coppe, dai tempi di Lippi. Approcci e atteggiamenti diversi.

Non si capisce come Conte potesse pensare di vincere una partita del genere “non giocando” affatto. Un’ora a presidiare la nostra area e poi gol in contropiede. Il mister é un Dio. Con i difetti degli umani a volte. E sono pronto a scommettere che rivedremo lo stesso film anche in Europa League. Il colmo. Bonucci che prima va con meno grinta di Pjanic sul pallone e poi si perde Gervinho sul gol, sintomo di una Juve distratta nel complesso, che ha preso sottogamba l’impegno, snobbato e sottovalutato l‘incontro. Arroganti a pensare di vincere con le riserve. Bastava far entrare anche solo Tevez, Llorente o Pogba prima. Non abbiamo fatto un tiro in porta e ci siamo rassegnati alla sconfitta già dal primo minuto scendendo in campo con quella formazione. Se nelle partite secche non si schierano i migliori questi sono i risultati. Contano più i trofei dei record. Il turnover andava fatto in campionato. La formazione iniziale diceva una sola cosa: voglio essere eliminato. Non ci credo che contro la Sampdoria mettiamo tutti i titolari, con 8 punti di bonus da giocarci(e giocheremo con i titolari anche contro la Lazio, ne sono certo), e poi giochiamo con 5 riserve contro la Roma in partita secca da dentro-fuori. Turnover massiccio inconcepibile.

Alla fine la Roma ha meritato perché perlomeno ci ha provato. Ha vinto chi la voleva di più e chi aveva più motivazioni, come spesso accade. Ultima Coppa Italia vinta nel 1994/95, un ventennio fa. La Coppa Italia non era un obiettivo della società e di Conte; la Roma ci ha puntato di più. Si era capito già dal primo anno, quando nella finale contro il Napoli giocarono Borrielo-Del Piero in attacco invece di Vucinic-Matri. Ci sta, ma almeno si eviti di dire “puntiamo a tutte le competizioni”. Che senso ha giocare una partita simile e poi mettere Tevez quando vai sotto? Se non frega nulla si abbia la coerenza di finire con quelli con cui si é iniziato.

Fuori da due competizioni di cui una la Champions, fotocopiando quella dello scorso anno, e l’altra la Coppa Italia, poco incisivi e risucchiati anche qui da una sorte di complesso. È evidente la differenza di rendimento tra Campionato e Coppe, con una squadra e un tecnico che dimostrano di essere più affidabili in competizioni di lunghe distanze e non immediate.  Juve che ha aspettato troppo e non è stata in grado una sola volta di tirare in porta, la Roma con due tiri di cui uno grazie all’immobilità della difesa passa alle semifinali. Questo rende l’idea e fa capire come ci volesse poco in più per vincerla. Sarebbe bastato volerlo. Invece poca voglia e capacità mentale di giocare a certi livelli. Per la Roma dopo la sconfitta di Torino 4 vittorie consecutive, tutte in casa. 9 fatti, 0 subiti.

Per avere i frutti e i risultati che Conte ha ottenuto in campionato c’è bisogno, oltre che di grande intensità in allenamento da parte di tutti i giocatori, agli stessi livelli della partita, come sappiamo, anche di un gruppo unito a partire da Rubinho fino ad arrivare a Tevez. Per fare questo deve far leva su qualcosa e spronare tutti a dare il massimo, promettendo anche alcuni “premi”. È l’unica chiave di lettura possibile. Ecco, sembra quasi che la Juve abbia dovuto e voluto sacrificare la Coppa Italia. Tra un po’ inizia l’ Europa League e saranno turni e trasferte molto dure, tutti match giocati di giovedì sera e domenica sera. Andremo in casa di Napoli, Milan e Roma, alla fine… La Coppa Italia è una seccatura che dovevamo toglierci? Passiamo oltre. Anche se non abbiamo più la CL, ci sono due partite in più di EL, sempre che la si affronti con la giusta determinazione.

Insomma. Due giorni surreali. Verrebbe solo da dire: “Togliamo il disturbo, ma vedrete che banditi verranno dopo di noi” (Antonio Giraudo). Negli ultimi 3 anni, abbiamo perso la TimCup sempre a Roma: in finale contro il Napoli 2-0, nella semifinale di ritorno contro la Lazio 2-1 dopo il pareggio dell’andata, ai quarti contro la Roma. Conclusione? Teniamoci Vucinic, perché non abbiamo punte all’altezza di Tevez e Llorente. Giovinco e Quagliarella la conferma: c’è un abisso tra titolari e panchinari, Vucinic è una via di mezzo. Ma, a proposito di panchinari, se ci fosse stato Guarin in panchina…

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