(Non) E’ il caso di preoccuparsi

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12juveNon è tanto la situazione in classifica e quella in Champions League a preoccupare i tifosi della Juve, perchè una sconfitta in un campionato nel quale hai giocato, nelle prime 8 giornate, contro Sampdoria, Lazio, Inter, Chievo, Verona, Torino, Milan e Fiorentina, ci può ampiamente stare; quel che preoccupa è tutta una serie di problematiche emerse sin dall’inizio della stagione e che ora sembrano dare ragione a chi ha diagnosticato la crisi del terzo anno dell’era Conte sin dai suoi primi sintomi.

A parte il clamoroso inizio in Supercoppa contro la Lazio, la Juve non ha mai pienamente convinto. Soprattutto, ha rischiato spesso di perdere nonostante le numerose palle gol prodotte, andando in svantaggio spesso, troppo spesso. In Champions League poi ha pareggiato mestamente contro il modesto Copenaghen, venendo rimontata in casa contro il Galatasaray dopo aver ottenuto il gol del vantaggio a due minuti dalla fine.

Troppi errori dei singoli, troppi errori da parte del portiere, Gigi Buffon. Oggi è un giorno infausto per lui, il portiere italiano più forte di sempre, che forse starà pensando di non essere più il degno numero 1 della Juve e della Nazionale o che, più probabilmente, starà cercando di reagire da campione; lo è per i milioni di tifosi bianconeri per i quali Gigi è un totem, un idolo che non è possibile criticare e lo è per Antonio Conte ed i dirigenti bianconeri che solo pochi mesi fa hanno rinnovato il contratto a Buffon certi di poter contare su di lui ancora per qualche stagione.

Troppi scricchiolii che arrivano dagli spogliatoi, con le voci di un Conte a fine corsa, pronto a lasciare la Juve a fine stagione per potersi confrontare con i colleghi più rinomati in campionati dove è possibile fare mercato come nell’era pre-crisi e, ancora, troppi spifferi relativi ad una squadra che non segue più il mister e questo sarebbe il peggiore possibile dei mali perchè significherebbe che non ci sono possibilità di recupero.

Le parole di Conte relative all’impossibilità di giocare con il 4-3-3 perchè non ha nessun esterno capace di saltare l’uomo (se non Pepe, infortunato da tempo memorabile) e, soprattutto, l’utilizzo di Llorente solo quando proprio non può farne a meno sono segnali preoccupanti. Segnali che io stesso mi sforzavo di ignorare ma che dopo la batosta di Firenze iniziano come a comporre i pezzi di un triste puzzle.

Del resto Conte lo aveva detto: attenzione, tutti ci danno per trionfatori in Italia e con serie possibilità in Europa, ma non sarà così, ci sono squadre attrezzate e storicamente la Juve non vince tre scudetti di fila e le rivali di Champions si sono rinforzate ulteriormente disponendo di una capacità di spesa neanche immaginabile per noi.

E, ancora, le parole di stizza per la vendita di Giaccherini e Matri, che ai più, me compreso, sono sembrate solo parole di circostanza, tanto per cementare lo spogliatoio e che oggi assumono una valenza differente.

Anche da parte dei giocatori si odono parole preoccupate e preoccupanti. Marchisio la settimana scorsa ha dichiarato di essere meravigliato da Tevez, che “sembra noi al primo anno di Conte“: una indiretta ma clamorosa ammissione di mancanza di rabbia e cattiveria. Barzagli, dopo la partita contro la Fiorentina, che dice: “non è cambiato niente rispetto all’anno scorso, però se gli avversari fanno un tiro segnano, se ne fanno due segnano due gol“. Che è poi quel che dico io, ossia che la difesa gioca meno sicura se non è convinta di essere supportata da un portiere affidabile. E oggi Buffon non lo è. Così come imbarazzante è vedere, indipendentemente dagli interpreti, i laterali della Juve incapaci di effettuare un cross degno di questo nome. Cosa preoccupante quando hai in campo uno come Llorente, praticamente comprato solo per quello e che quello, oltre a sponde e dialoghi brevi, sa fare. Inseriamoci anche il ritardo di Vidal, con tanto di tweet poco felice e il quadro è completo.

Nulla è perduto, dicevamo. Siamo al 20 Ottobre e mai si è deciso un campionato così presto. La Roma sta andando alla grande ma non ha una rosa adeguata per mantenere il distacco da Napoli e Juve. Le altre, Fiorentina compresa, sono lontane sia come punti che come qualità della rosa. Inoltre, verranno partite più agevoli, almeno sulla carta, nel corso delle quali ritrovare gioco e serenità. Anche in Champions nulla è perduto. Le due gare contro il Real, se affrontate nel modo giusto, rappresentano un’opportunità, oltre al pericolo di subire fragorose batoste, ed è quella di giocare con serenità, senza aver nulla da perdere poichè i punti in Champions vanno fatti contro Copenaghen e Galatasaray, anche se potrebbe non bastare.

Non dimentichiamo che la Juve nel primo anno di Conte subì due momenti difficili: quello dei pareggi tra dicembre e febbraio e quello post pareggio contro il Lecce che quasi rimettono in gioco il Milan. Anche nel secondo anno ci sono stati momenti difficili: la sconfitta contro l’Inter allo Juventus Stadium, le solite difficoltà a cavallo tra dicembre e gennaio e i tre pareggi in Champions. In entrambi i casi poi sono venute fuori le caratteristiche di squadra e allenatore e le stagioni si sono chiuse in modo trionfale.

Ora è il momento di dimostrare qualcosa e lo devono fare giocatori, allenatore e dirigenti. Alla Juve non ci si può accontentare e non si molla niente. Due scudetti sono tanto ma non sono abbastanza. Non per aprire un ciclo, non per passare alla storia. Dimostrino, i nostri giocatori, di non essere solo grandi giocatori ma campioni veri. Dimostri il nostro Mister che ha ancora la squadra sotto il suo controllo. Dimostri la dirigenza di avere le palle. A gennaio si acquistino un portiere e un esterno, senza però ripetere i colpi alla Padoin e alla Peluso. E se cassa occorrerà fare la si faccia con chi, come Marchisio, sembra essersi convinto di valere quanto i più grandi centrocampisti del pianeta.

Post By Emiliano Lemma (4 Posts)

Mi occupo di web da 14 anni, curo contenuti per svariati blog e siti internet. La mia ultima creatura è il blog I Faziosi, in cui scrivo di Juve, la passione più grande.

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