Ritorno al passato

Share: Facebook Twitter Pinterest di Davide Peschechera Questa Juve è un giallo. No, non la maglia. Mentalità, atteggiamento, approccio timido, impaurito e provinciale. Sembriamo ubriachi da sabato. Probabilmente una partita […]

di Davide Peschechera

Questa Juve è un giallo. No, non la maglia. Mentalità, atteggiamento, approccio timido, impaurito e provinciale. Sembriamo ubriachi da sabato. Probabilmente una partita preparata così, sulla falsariga di quella disputata con l’Inter, senza la voglia di portare troppa pressione, aspettando l’avversario. Nonostante la lezione danese della scorsa stagione. 1-1 col Nordsjaelland, 1-1 col Copenaghen. A distanza di un anno, non abbiamo ancora capito con che atteggiamento giocare in Champions? Se infatti la scorsa stagione si potevano accampare scuse legate all’inesperienza, alla desuetudine a giocare certe partite, questa volta scusanti non ce ne sono. Non può essere una scusante la stanchezza, visto che siamo appena ad inizio stagione. Avversari modesti ma convinti e vogliosi contro bianconeri molli, senza dinamismo e cattiveria. Si vede che la nostra Juve non è ancora matura, non ancora cresciuta, è rimasta quella dello scorso anno in Europa. Il divario tecnico sembrava enorme, ma in campo si è vista una squadra, la nostra, lenta, impacciata e perennemente sotto ritmo, a tratti addirittura assente di testa oltre che di gambe, incapace di organizzare un’azione degna di nota. “Abbiamo avuto una dozzina di occasioni, il loro portiere ha fatto miracoli“. Diciamola tutta: “A quello (il portiere, ndr.) abbiamo tirato sempre addosso. Il risultato è molto, ma molto peggiore di quello ottenuto lo scorso anno su questo stesso campo, perché è stato ottenuto all’esordio contro la peggior squadra del girone, destinata a perdere le restanti partite. Il pari contro il Nordsjaelland arrivò alla terza giornata, non alla prima. Ma attenzione. La Juve non ha giocato bene, nonostante il gioco macinato, le occasioni sprecate, la sfortuna e il portiere. E l’1-1 sta pure stretto. Ce la siamo cercata con ostinato masochismo. Ma alcuni errori Conte li ha commessi, principalmente uno: Ogbonna centrale difensivo, all’esordio assoluto in CL, spaesato ed a tratti osceno, e Bonucci che, spostato a destra, oltre a veder limitato il proprio apporto in fase di costruzione(in confusione lì a destra sembrava quasi imprecasse di tornare al centro ad impostare), ha faticato tremendamente a rincorrere l’uomo. Pacchetto arretrato inedito anche se obbligato anche dal recente stop di Caceres, ma troppo fragile e troppe lacune in fase di impostazione. Il centrocampo ha faticato ad imporsi. Non fa più possesso, non ha ritmo, non s’inserisce più senza palla. è apparso piuttosto scolastico e lento, con le due solite opzioni “palla spalle alla porta alle punte” o “appoggio all’esterno”. Forse col rientro di Marchisio si ritroverà anche la brillantezza che favorisca l’intera transizione offensiva con un Pogba meno lezioso.

Le punte: smarrito Llorente, ricomparso Giovinco assente da Maggio, Quagliarella che a conti fatti doveva partire ma fa un gol, colpisce una traversa e non gioca per 45 minuti. Appurato che ogni allenatore ha il diritto di optare per le scelte che ritiene maggiormente redditizie, appare assai curiosa la gestione del centravanti di Pamplona. Quando arriverà il momento di Llorente? 16 calci d’angolo ed una trentina di cross piovuti dalle zone di Wiland. Niente da fare, non siamo riusciti a vederlo nemmeno stasera. Poi la partita di Tevez, che deve far riflettere. Perfetto in ricezione e impostazione, fallimentare in quella realizzativa. Poco lucido. E quindi? Matri e Quagliarella osceni con lo stop di palla e sua protezione, Giovinco in quella realizzativa. Tevez un grande, ma non può fare tutto lui. In molti criticano Vucinic ma quando non c’è sono dolori. Quindi deve affiancarlo uno che sappia segnare. Costa qualcosa provare, appunto, Llorente? Quanto indietro è questo giocatore rispetto agli altri per non giocare? Ad oggi, sembra che per Conte Llorente sia più scarso di Matri e invece non è così.

Giusto fare turnover col Copenaghen, anche se visto come la Juve si comporta in Europa, forse dalla prossima è meglio fare turnover in campionato e scendere in Europa, contro qualsiasi tipo di avversario, con la squadra titolare. E poi il Conte intervistato a fine gara giustifica così l’ingresso di De Ceglie e non di Asamoah, per Peluso, al 75’: “Contro squadre fisiche come questa il pericolo di prendere gol su palla inattiva è altissimo, e per questo quando ho tolto un corazziere ho preferito metterne un altro, De Ceglie, invece di Asa”. Sì, decidendo per “attitudine fisica”, non tattica e tecnica, e subendo comunque un gol da calcio piazzato nell’unica azione dei padroni di casa, e preoccupandosi della difesa in una partita che devi vincere. Salvo poi inserire, a proposito di centimetri, Giovinco e non Llorente: “Perché non ho schierato lo spagnolo? Ho preferito puntare su Quagliarella e Giovinco, attaccanti svelti, rapidi, brevilinei” In due minuti è riuscito a contraddirsi. Così l’ingresso di Isla e non, ad esempio, di una punta: “Ho cambiato per portare un po’ più di vivacità a destra”. A 4 minuti dalla fine? Stanchezza non può essere, cambio tattico neanche: esterno per esterno, non cambia nulla. Non può averlo fatto per perdere tempo, ne per turnover, allora? Boh. E De Ceglie che, freschissimo, da solo, dal limite dell’area, fa un retropassaggio di 50 metri a Buffon come si spiega?

Il calcio è una materia opinabile ma sembra che stia mettendo il suo ego davanti all’interesse della squadra per far guerra a Marotta, ai microfoni sembrava quasi innervosito ed irritato dalle domande dei giornalisti, rassegnato, sereno, non oserei dire “felice” del pareggio. Lui stesso senza fame. Ho la sensazione che Conte a volte pensi più a mandare segnali di fumo alla società che a vincere, come se riesca a tenere tutto sotto controllo e sia sicuro di vincere la prossima “spaventando”, intanto, la società. Come se questo risultato, per lui, non complichi tremendamente le cose. Persino derisi con sombreri e torello a fine primo tempo e, per non perdere palla, azioni sempre più lente e prevedibili. D’accordo con l’ingresso di Giovinco, ma se inserisci esterni per crossare e fai uscire pure Quagliarella, perché non metti Llorente? Abbiamo giocato una partita alla rovescia. 60 minuti di lanci lunghi quando la difesa avversaria giocava alta e poteva essere sorpresa palla a terra in velocità(come ha ammesso Conte in conferenza), ma ha giocato 30 minuti finali di forcing palla a terra e movimenti spalle alla porta contro un catenaccio, con esterni per i cross, Llorente in panca. Assalto finale condotto con Tevez-Giovinco che in due non ne fanno uno. Vuole dimostrare che senza Matri e Giaccherini non si può vincere? E gli esterni allora in base a cosa li cambia? Solo in nome di un turnover fine a se stesso, con tabelline dei minuti alla mano, o necessario e funzionale alla partita?

Ha fatto semplici cambi conservativi. Non si può essere prigionieri di numeri e modulo solo perché si vince. Serve più dimestichezza alcune volte. Così sembra che la mentalità sia quella di non prenderle. Conte ha paura di perdere? Preferisce coprirsi bene, affidarsi più che può ai suoi soliti pupilli, ai soliti, efficaci, principi di gioco, seppur ridotti ormai all’osso, e urlare/sbraitare da bordo campo come sempre? Non è bella la mentalità che lentamente si sta facendosi strada. Sembra quasi che non volesse vincerla. Invece di osare e finire la partita con gli uomini migliori in campo, l’abbiamo finita con gli uomini peggiori. Ricordate Juve-Catania con gol di Giaccherini al 90esimo? Dentro Matri, Quagliarella, Giaccherini, per Vucinic, Giovinco, Asamoah. Spregiudicatezza giustamente premiata con una vittoria scudetto. Io ieri, sull’1-1, avrei messo dentro Giovinco per Peluso, Llorente per Quagliarella, Isla per Lichtsteiner . 3-4-3 mascherato, con Pogba esterno, ma 352 propositivo a conti fatti. Perché 511 passaggi, 58% di possesso, 26 tiri, 12 nello specchio, una sola rete e l’impressione di non averci provato abbastanza, non è qualcosa di logico. Per non parlare dei calci d’angolo battuti corti(e i colpi di testa che non si vedono neanche da calcio d’angolo), mai un tiro da fuori area o un calcio di punizione dal limite. Mai il gol “semplice” che ti cambia la partita”. 30 gol totali nel martedì di Champions ma la Juve che crea più occasioni di tutte nell’unico match finito pari. Vincitori morali?

Secondo me è riemersa anche la differenza abissale che c‘è tra i panchinari ed i titolari. Nelle altre big d‘Europa questa differenza non si nota. Mi spiego. Non che i nostri panchinari siano più scarsi di altri, ma nelle altre big non si notano differenze in campo tra titolari e panchinari. Magari Conte deve fidarsi di più di certi giocatori inserendoli anche prima dell‘ 80esimo se si sta vincendo, per amalgamare meglio il gruppo.

Amo Conte e amo la Juve. Il mister lo adoro e non lo cambierei con nessuno per ciò che abbiamo vissuto in questi due anni. La Juve un cantiere sempre aperto a livello di gioco e quasi sempre vincente nel complesso. E’ un pari che fa male più per come è venuto che per il pari in se. Lo dico perchè alla Champions io PERSONALMENTE non credo, forse neanche il mister e se avessimo realizzato anche solo la metà delle occasioni, parleremmo comunque di un’altra partita. Ma è insopportabile sentire che Conte non si puó criticare. Nessuno nasce già imparato. Perché non si può criticare Conte o la squadra? Per lui nutro una specie di venerazione ma non è corretto non criticarlo per paura di perderlo. Criticare nel merito sì, processare no. Criticare squadra e allenatore dopo aver buttato via una partita come quella di stasera non solo è utile, ma doveroso. E pure questa volta, anche lui sa di aver sbagliato, ancora.

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