Non e’ questione di tifo. Nemmeno di simpatia, conoscenza o altro. E’ squisitamente una questione di coerenza e di rispetto, per se’ e per i lettori. I tripli salti carpiati lasciamoli alla Cagnotto, molto brava tra l’altro, a favore di una linearita’ di pensiero e comportamenti. Essere garantisti significa credere nell’innocenza di una persona fino a prova contraria, senza quindi esultare alla notizia di una iscrizione al registro degli indagati o alla isituzione di un processo sportivo. Un principio che dovrebbe essere proprio della Giustizia e che deve valere pertanto per tutti, sia che si sia coinvolti emotivamente o personalmente, sia che si assista alle vicende come spettatore esterno con l’uico interesse che finalmente prevalga la verita’.
E’ proprio il caso di Conte e Mauri e fa piacere come una certa stampa, certi giornalisti siano passati a un atteggiamento garantista. Con un anno di ritardo, dopo aver cavalcato per mesi il castello accusatorio, dopo aver preso come oro colato le affermazioni dei pentiti, senza provare a fermarsi un attimo e ragionare con coscienza su quanto stesse accadendo. Chi ora e’ garantista, un anno fa emetteva sentenze: che ribaltamento del proprio pensiero. Ora quindi per Mauri, che ci auguriamo possa dimostrare la propria innocenza, vale giustamente il principio per cui una persona non venga condannata nel caso in cui tutte le certezze non siano piene. Oltre ogni ragionevole dubbio, appunto. Un principio che dovrebbe illuminare qualsiasi giudice, ma che non valse nel caso di Conte dando vita a una sentenza pasticciata, quella del Tnas, che rappresenta ancora oggi una autentica schifezza.
Se e’ brutto sospettare che un certo colpevolismo sia dovuto al colore della maglia, non possiamo che rallegrarci di fronte a questo rinnovato garantismo.Certo, l’inversione a U fa abbastanza riflettere, ma probabilmente siamo noi a vedere il male dove non c’e’.
La strana storia di una inversione a U
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– Posted on 25/07/2013