Non tutti gli sceicchi vengono per nuocere

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Quando ad Antonio Conte, durante la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione avvenuta l’11 luglio 2013, è stato chiesto se, con l’acquisto di Tevez ( e Llorente) il divario con i top club europei fosse diminuito, il mister Campione d’Italia ha risposto in modo semplice ma fermo: com’è possibile che sia diminuito il gap con le altre squadre quando il Barcellona ha preso Neymar, il Bayern ha preso Goetze e il PSG Cavani?

Questo è oggi il problema principale per le squadre italiane che cercano di tornare protagoniste anche in Europa: non solo il Fair Play finanziario (che sembra non si applichi per alcune società e questa cosa sarebbe, prima o poi, da chiarire) ma anche la penuria di denaro che coinvolge l’economia italiana in genere rende iniqua la lotta contro chi compra addirittura i giocatori pagando le clausole rescissorie folli. Come potrebbe, anche volendo, la Juve provare a strappare Cavani al PSG?

Non è solo, come spesso si racconta, una questione di fatturato, perchè nonostante Barcellona e Real Madrid fatturino più del doppio di Milan e Juve, esse hanno dei debiti colossali che nessuno, o quasi, ha intenzione di ripianare eppur continuano ad essere gli unici club in grado di aprire aste con le squadre di sceicchi ed emiri quali il Chelsea, il Manchester City, il PSG o il Monaco. Il fatto è che Real e Barcellona per poter continuare a dominare il calcio non possono permettersi di rinunciare ad acquistare i giocatori più forti del mondo (o presunti tali). Una politica che le squadre italiane non possono, e non vogliono, perseguire.

Però per fortuna non basta spendere centinaia di milioni di euro l’anno per vincere. Lo dimostra il Manchester City, che pur avendo speso oltre un miliardo di sterline non è mai riuscita non solo a vincere, ma nemmeno ad essere protagonista in Champion’s League. Una competizione in cui, ad esempio, lo scorso anno è arrivata in finale il Borussia Dortmund, squadra costruita secondo una logica opposta rispetto a quella di City o PSG. E il PSG stesso ha raggiunto i quarti di finale esattamente come la Juventus.

Questo accade perchè per vincere non basta spendere e, spesso, una squadra invincibile o quasi non è quella che ha i giocatori più forti, ma quella che riesce a miscelare in maniera ottimale campioni, gregari, organizzazione tattica (e quindi un grande mister), diligenza societaria e blasone storico. E allora è bene non rassegnarsi perchè sicuramente anche nei prossimi anni a vincere in Europa, come nel proprio campionato, saranno anche società che agiscono in modo razionale sul mercato.

Anche perchè chi ha fretta di vincere e non bada a spese per farlo, è disposto a tutto per assicurarsi le prestazioni di un giocatore, salvo poi liberarsene senza troppo tirare sul prezzo quando ritiene che non sia più funzionale al progetto, se così si può chiamare. Ecco allora che la Juve può permettersi di comprare Tevez a 9 milioni (più bonus) quando anche solo un anno fa era impossibile avvicinarsi (Tevez, nel 2009, venne pagato dal City 30 milioni). O, ancora, che il Milan possa acquistare Balotelli a 20 milioni pagabili in 5 anni quando il talento italiano era stato strappato all’Inter dal City per ben 28 milioni!

Senza dimenticare poi altri casi eclatanti, primo fra questi quello di Ibrahimovic: pagato 50 milioni più Eto’o dal Barcellona all’Inter, è poi stato dato al Milan per 24 milioni…

E, ancora, posto che sulle qualità del giocatore nutro fortissimi dubbi, Maicon è stato acquistato dalla Roma per 500.000 euro quando lo stesso giocatore venne pagato dal City 4 milioni solo un anno fa.

I Marotta e i Galliani sanno bene, perchè sono due vecchie volpi (e forse un giorno lo scoprirà anche Branca, chissà) che tutta questa smania di collezionare figurine da parte di magnati e sceicchi vari potrà, ad ogni sessione di mercato, tramutarsi in occasione per le squadre italiane. Anche perchè la storia vincente dei due club è tale da promettere a campioni scaricati prematuramente di ottenere occasione di rivalsa. Magari anche per stipendi inferiori. Il caso di Tevez è emblematico: il campione argentino ha voglia di dimostrare di essere un vero campione e di riconquistare la nazionale nell’anno dei mondiali ed ha scelto di provarci con una squadra ambiziosa e gloriosa come la Juve, riducendosi anche notevolmente lo stipendio.

L’anno prossimo potrebbero esserci altre occasioni sul mercato: non è illogico pensare che, tra un paio d’anni, lo stesso Jovetic possa tornare in Italia a meno di 15 milioni.

Non è la condizione ideale per un calcio davvero moderno che, prima o poi dovrà darsi delle regole serie perchè altrimenti non avrà futuro, però è la dimostrazione che non sempre il più ricco vince (vero Moratti?).

Post By Emiliano Lemma (4 Posts)

Mi occupo di web da 14 anni, curo contenuti per svariati blog e siti internet. La mia ultima creatura è il blog I Faziosi, in cui scrivo di Juve, la passione più grande.

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