Anche le favole finiscono

“C’era una volta”…: la maggior parte della favole inizia così, con questa espressione che riporta la mente e l’immaginazione a tempi lontani, a mondi diversi, a fantasie  che corrono veloci. E’ proprio così, e sembra che anche negli ultimi anni le favole siano state protagoniste nel mondo del calcio. In particolare una, relativa al mondo del pallone, ha fatto sognare tutta la schiera di antijuventini, dal 2006 al 2012. C’era una volta uno squadrone chiamato Juventus, da sempre al vertice del calcio italiano, da sempre invidiato e odiato da tutti: le sue vittorie e i suoi successi sono stati sempre infangati da voci, dicerìe, leggende. Quelle leggende che, tutto a un tratto, sembrano trasformarsi in realtà nel 2006, quando la Juventus viene sbattuta in B, dopo un processo sommario che di democratico e garantista ha avuto ben poco, nulla direi. La favola che diventava realtà, il mostro che veniva sconfitto, il nemico che veniva affossato, il male che veniva debellato. Signori, questa è stata una favola davvero. Cosa? I sei anni, dal 2006 al 2012, sono stati ossigeno per chi non aveva mai vinto, per chi si è sempre affidato al qualunquismo per giustificare le vittorie bianconere. Nel 2006 inizia la favola per molti: per l’Inter, che in un calcio ritornato onesto tornava a vincere; per gli antijuventini, che credevano di essersi liberati del mostro che li aveva soffocati per quasi 100 anni; per chi non aveva mai vinto, perchè ora la più forte non c’era più, e quindi si sentiva un pò più consapevole dei suoi mezzi. Pacche sulle spalle ad ogni sconfitta, sorrisi beffardi e ironici accompagnati dalle solite frasi “senza Moggi non vinci più”, “in Italia avete soltanto rubato”, “chiudete l’arbitro negli spogliatoi”. Insomma, una serie di accuse che abbiamo dovuto sopportare, e che ancora oggi ci sono nonostante la verità sia venuta fuori, nonostante la giustizia ordinaria abbia appurato la totale regolarità dei campionati, ecc… Su farsopoli, sulla giustizia sportiva, su Guido Rossi, sul conflitto d’interessi ormai è stato detto davvero tutto: non c’è più niente da dire di questa favola se non il fatto che i suoi effetti sono ormai svaniti. Non completamente, ma sono quasi svaniti. L’Inter che viene riportata alla realtà con un sonoro distacco dalla vetta è l’emblema della favola di questi sei anni: d’altronde anche Mourinho aveva detto che l’Inter vinceva perchè non c’era nessuno. Hanno dovuto far fuori uno squadrone per poter vincere qualcosa. Sta finendo la favola, o forse è già finita, anche per Mancini, il primo allenatore a beneficiare dell’affossamento della Juve: al City, con uno squadrone, è riuscito a vincere ben poco e in Europa non ha fatto buone figure. Sta finendo la favola per tutte quelle squadre che hanno avuto le luci della ribalta, a volte arrivando in Champions, a volte disputando campionati straordinari: per carità, hanno meritato, ma hanno anche assunto un atteggiamento superbo quando la Juve non era la Juve, rimarcando i benefici e l’utilità del ritorno al calcio “pulito”. Sta finendo la favola per quei presidenti che hanno invocato giustizia, lealtà, onestà, quando invece le loro società sono piene di problemi, il loro atteggiamento è lontano anni luce dai valori che hanno sempre sostenuto.  Insomma, ci sono favole e favole: ci sono quelle che viaggiano di fantasia, di immaginazione ma che sono destinate a finire, perchè la realtà non puoi ingannarla sempre. E ci sono quelle che, pur corrispondendo alla realtà in toto, ti fanno comunque sognare, perchè rappresentano la verità, rappresentano ciò che non può essere oscurato. E’ finito il tempo delle favole, per gli altri: nessuna immaginazione può ora aggirare la realtà, sono finite anche le scuse, gli alibi: per quelli non basta nemmeno la fantasia dello scrittore più sfrenato, il quale non può che prendere atto della realtà e limitarsi a leggerla. Sì, perchè chi vince scrive la storia, gli altri possono solo leggerla…

Post By clintuco (25 Posts)

Laureando in giurisprudenza, juventino da tre generazioni: un record a Napoli! Ho iniziato ad amare la Juventus dal primo Lippi: dal 2006 la amo ancora di più. Mi piace molto discutere di tattica, moduli, schemi: insomma, le cose del campo.

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