Atalanta-Juventus, la tattica

Lavagna_Tattica_GAtalanta-Juventus è la partita della sorprese, da un lato i nerazzurri cambiano modulo per adattarsi alla Juventus e al suo gioco, mentre i bianconeri presentano novità di uomini rispetto alle normali previsioni. Colantuono decide di rinunciare al consueto 4-4-2, spostando Bonaventura al centro, dietro Denis, e schierandosi a tre dietro, con Scaloni, Stendardo e Canini. Linea di centrocampo a 5: Del Grosso e Raimondi ai lati, Cigarini play e Biondini e Carmona interni. La Juventus invece presenta la squadra B, con Padoin interno e Isla a destra (inizialmente Conte aveva pensato l’ex atalantino a destra, poi ha deciso di far giocare Isla e spostare Simone in mezzo); De Ceglie a sinistra, Giaccherini sul centrosinistra. Marrone al posto di Bonucci, Caceres rileva Barzagli. Matri e Quagliarella a duettare.

Evidente come il tecnico dei bergamaschi abbia voluto affrontare la Juventus concedendo il meno possibile, e puntando tutto sull’uno contro uno. Sulle fasce Raimondi, che non è uno dei più eleganti, ha il compito di giocarsela con De Ceglie, ma l’atalantino si fa subito male e viene sostituito da Giorgi; Del Grosso invece, con licenza di spingere, cerca di limitare Isla, riuscendoci poco. Bonaventura in fase di non possesso è a uomo su Pirlo. Il motivo della gara è questo: modulo speculare, movimenti pressochè simili. Fatto sta che la Juve riesce sempre a mettere in difficoltà l’Atalanta: Pirlo, quando non è marcato, lancia che è una meraviglia, trovando un Giaccherini pronto a inserirsi: la prima azione è proprio del numero 24 che con uno dei suoi inserimenti si ritrova davanti a Consigli, dopo uno stop di egregia fattura. Tiro centrale. L’Atalanta dimostra di patire questo schieramento, avendo giocato sempre col 4-4-2: ne è un esempio non solo l’azione del gol, solito lancio di Pirlo con Matri che si inserisce nello spazio tra i due difensori, ma anche l’atteggiamento dei centrocampisti: sia Biondini che Carmona sono troppo preoccupati di dare protezione alla difesa, finendo così per schiacciare la squadra a ridosso della propria area. Interessante il duello tra Carmona e Giaccherini. Il primo ha avuto, come il secondo, due buone occasioni: entrambi hanno commesso l’errore di non seguire il diretto avversario. Ma l’azione che ha messo in evidenza la distanza tra Juve e Atalanta nell’interpretazione del modulo l’abbiamo vista a metà primo tempo: Giaccherini sulla trequarti scarica per Pirlo che cambia gioco trovando Isla larghissimo a destra: cross che attraversa tutta l’area, grande taglio di De Ceglie che dalla sinistra si accentra ma non impatta bene il pallone. O ancora: palla a Isla sulla destra, Padoin che si allarga ripetendo il movimento classico sull’asse Vidal-Lichsteiner: qui si è visto Conte e il suo gioco, cambiano gli uomini ma non i movimenti. Insomma, un 3-5-2 da un lato interpretato al meglio dalla Juventus, dall’altro malissimo dall’Atalanta, che pure ha creato qualche occasione pericolosa, come il palo di Denis nato da un errore di Caceres in disimpegno, o ancora il colpo di testa sempre del centravanti bergamasco, che prende il tempo a Marrone (che non è un difensore, e che secondo me non sa marcare: Conte lo sta provando come libero, vorrei vederlo a centrocampo). Esperimento di Colantuono che non ha dato grandi risposte: i tre difensori non hanno mai avuto la possibilità, forse la capacità in primis, di giocare la palla, cosa che invece la Juve ha fatto con Caceres che, più di Marrone, ha cercato di aiutare Pirlo quando era marcato da Bonaventura. I due laterali hanno sfigurato di fronte ai nostri: mai un movimento, sempre a difendere. Anche i nostri lo hanno fatto: guardate la prima azione del secondo tempo, quando Isla e De Ceglie erano praticamente arretrati sulla linea dei difensori, stando in linea a 5. Ma anche hanno attaccato al meglio, e qui la differenza d’interpretazione, perchè nel 3-5-2 i laterali sono fondamentali. In tutto questo a me non sono piaciuti i movimenti dell punte: Quagliarella ha sbagliato molto, fisicamente Stendardo e Canini hanno avuto la meglio; Matri invece, oltre al gol, ha sicuramente fatto qualcosa in più, perdendosi però nei suoi limiti fondamentali, cioè controllo non pulito della palla e quindi spesso non ha permesso alla Juve nemmeno di uscire con un tocco e via nella classica azione centrale-esterno-punta, quando i nostri centrocampisti centrali erano marcati al meglio. In definitiva una differenza d’interpretazione che ha messo in evidenza la dimestichezza della Juventus e la poca lucidità dell’Atalanta nel contrastare la forza d’urto dei bianconeri.

Francesco Mazzocca (@clintuco)

Post By clintuco (25 Posts)

Laureando in giurisprudenza, juventino da tre generazioni: un record a Napoli! Ho iniziato ad amare la Juventus dal primo Lippi: dal 2006 la amo ancora di più. Mi piace molto discutere di tattica, moduli, schemi: insomma, le cose del campo.

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