Manca poco e poi… Bentornato in campo V77!

IMG-20130206-WA0000[1]Negli ultimi tempi non sono riuscito a scrivere molto. Il lavoro, quello con cui porto a casa lo stipendio, negli ultimi tre mesi  mi ha accompagnato particolarmente coi suoi forti carichi in settimana lasciando spazio alla famiglia solo nel weekend, e si sa, queste sono priorità irrinunciabili.

E lo sanno benissimo Vincenzo Italiano e la sua famiglia, che negli ultimi 8 mesi e mezzo hanno avuto lavoro, vita e famiglia sconvolta da una triste ed emotivamente forte vicenda.

Ieri il TNAS ha finalmente comunicato la sentenza sul suo caso e, dopo averla letta tutta per bene, non riuscivo a non scrivere un commento in merito.

Andiamo con ordine. Chi ci conosce già da tempo sa che affrontammo a fine agosto il suo caso, andando a leggere tutte le carte, dal deferimento alle sentenze di primo e secondo grado della giustizia sportiva, per cercare di capire cosa davvero fosse imputato all’ex capitano del Padova e se le accuse trovassero riscontro anche nei fatti. Potete approfondire cliccando qui per verificare le incongruenze e le inesattezze scritte dal deferimento in giù.

Cerco di riassumere tutta la storia in poche righe.

Italiano viene accusato da Carobbio per Padova-Grosseto 2009/10. Carobbio dichiara di aver saputo durante la sua militanza nel Grosseto dal suo compagno di squadra Turati di una telefonata in cui il capitano biancoscudato gli avrebbe proposto di combinare l’incontro (circostanza peraltro sempre smentita in maniera decisa e categorica da Turati ad ogni interrogatorio, dall’audizione FIGC sino al TNAS). Palazzi crede a Carobbio e nell’atto di deferimento scrive 10 righe 10 in cui accusa Italiano.
I giudici della Commissione Disciplinare appoggiano le “tesi” di Palazzi e squalificano in primo grado Italiano per 3 anni, scrivendo 25 righe per motivare la loro sentenza.
Anche i giudici della Commissione di Giustizia Sportiva non si discostano dal primo grado confermando la sentenza, ma le 25 righe di motivazione del grado precedente diventano 6 pagine e vengono introdotte, con una prassi che si è vista anche nel caso di Conte, due teste di cavallo, due carichi pesanti per cercare di non vedersi ribaltata la sentenza al TNAS: il presunto coinvolgimento (sempre per sentito dire – anche qui trovate tutto approfondito nel pezzo dell’agosto scorso) di Italiano in una presunta combine in un Albinoleffe-Padova (partita che la Commissione Disciplinare stessa però definì REGOLARE, mai alterata nemmeno per tentativo) e la presunzione di un comportamento illecito nella telefonata a prescindere dal fatto se la richiesta raccontata da Carobbio fosse avvenuta o meno.
Il TNAS invece ieri ha sancito, sentiti Carobbio, Turati e lo stesso Italiano che quella richiesta in realtà non c’era mai stata, ma che la telefonata fra ex compagni di squadra, anche solo per chiacchierare dello stato di forma o delle possibili formazioni delle rispettive squadre è un atto che va contro l’art.1 del Codice di giustizia sportiva.

Ma cosa dice questo articolo?

Art. 1 
Doveri e obblighi generali 

1. Le società, i dirigenti, gli atleti, i tecnici, gli ufficiali di gara e ogni altro soggetto che svolge attività di carattere agonistico, tecnico, organizzativo, decisionale o comunque rilevante per l’ordinamento federale, sono tenuti all’osservanza delle norme e degli atti federali e devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva. […]

Leandro Barsotti, giornalista de Il Mattino di Padova, ha affrontato egregiamente questa mattina nel suo blog la sentenza del TNAS: 9 mesi per una telefonata a un amico, facendo quello che fanno moltissimi giocatori di tutte le serie, dalla A alla terza categoria.

In merito alla questione della telefonata mi sento quasi di riscrivere ciò che già scrissi ad agosto.

Mi chiedo: ma davvero ad avviso della commissione una telefonata in cui, anche magari con toni scherzosi, un giocatore chieda informazioni prima di una partita a un ex compagno, peraltro anche amico, sarebbe passibile di slealtà? Allora a questo punto tutti i calciatori, ex compagni ed amici, che ammettono contatti telefonici fra di loro prima delle partite potrebbero rischiare un deferimento. A me questo sa di caccia alle streghe o, in questo caso, di cerchiobottismo, più tardi vi spiegherò meglio il perchè di questa mia affermazione.

In questo contesto vanno però messe le parole di Turati, citato da Palazzi a pag. 106 del deferimento, che testualmente afferma:

(…) e, pertanto, su sollecito dei miei compagni più anziani e rappresentativi, mi adoperai per assumere notizie sullo stato di forma dell’Ancona e su chi avrebbe giocato (…) anche il mister SARRI e l’allenatore in seconda  mi spingevano ad assumere tali informazioni e preciso che è una prassi costante far contattare gli ex compagni per carpire qualche notizia sulla squadra avversaria.

Allora è davvero una prassi esistente nel mondo del calcio. Eppure Maurizio Sarri, allenatore del Grosseto ai tempi di Grosseto-Ancona cui fa riferimento la dichiarazione di Turati, è stato prosciolto dalle accuse di omessa denuncia in merito alla partita, né per lui sono state fatte richiese (o allusioni come fatte per altri) in merito a illeciti sportivi. Insomma pare che siano proprio le stesse commissioni a smentirsi e a smentire il TNAS.

Ma, citando un amico giurista sportivo, l’art.1 è un ottimo salvagente, difficile da dimostrare e abbastanza vago da poter essere utilizzato in questi casi.

E allora, quando anche fosse davvero un comportamento sleale, perchè quei 9 mesi, così sproporzionati per un solo art.1? Semplice, perchè il TNAS è la “cassazione” della giustizia sportiva, ossia il terzo grado, quello inappellabile. E’ possibile infatti fare ricorso al TAR, però non nel merito, ma solo per eventuali richieste danni. E una condanna a 9 mesi sicuramente pesa diversamente da un’assoluzione. Nove mesi peraltro quasi ampiamente scontati fra ritardi  burocratici e inefficienze giudiziarie. Nove mesi, comunque sia di ingiustizia. Vorrei fidarmi della buona fede degli arbitri, ma per come funziona in Italia purtroppo non posso non avere il dubbio…

Parlato della storia del processo vorrei aggiungere anche qualche riga sull’uomo. In molti, forse troppi, fra quelli che parlano soprattutto in tv o sui giornali dimenticano che sotto la maglia di ogni calciatore c’è un uomo e che bisognerebbe informarsi prima di dare giudizi affrettati e di usare toni o parole forti verso chiunque. Certamente c’è chi lo fa in buona fede, ma c’è chi lo fa con troppa leggerezza o, ancor peggio, per orientare il sentimento popolare

Non si parla infatti solo di drammi sportivi, di carriere rovinate o fermate definitivamente sulla base di sentenze scritte con sin troppa leggerezza, manco si parlasse di tornei parrocchiali. Si parla anche di momenti difficili, di sconforto e di amarezza, di depressione e di rabbia vissuti da uomini, da persone che si sentono ingiustamente accusate e punite per fatti che non hanno commesso. Sia chiaro, non parlo di tutti, perchè sicuramente ci sono state e (purtroppo) ci saranno ancora mele marce, ma dalle recenti assoluzioni o derubricazioni, si è visto come si sia sparato un po’ troppo nel mucchio colpendo anche molti innocenti. Li chiamano danni collaterali, con leggerezza, ma quanto fanno male quando arrivano sulla nostra pelle?

Vincenzo ha dovuto attendere dal 6/7/2012, giorno dell’emissione del dispositivo di sentenza di secondo grado, sino addirittura a fine agosto (oltre i 30 gg. di termine previsti dal codice) per poter ottenere le motivazioni della sentenza, indispensabili per poter scrivere il ricorso al TNAS. TNAS che ha rinviato di un mese, comunicandoglielo il giorno prima, la prima udienza prevista il 13/9 sino al 9/10, udienza nella quale sono state decise dagli arbitri del TNAS  l’audizione di Carobbio e di Turati e l’interrogatorio di Italiano previsti per il 13/11. Da quell’ultima udienza, nessun’altra, solo l’invio delle arringhe scritte dei difensori entro il 10 dicembre. Da lì in poi due lunghissimi mesi  di assordante silenzio. Due mesi in cui sono arrivate sentenze in tempi brevissimi, o addirittura in gradi di giudizio anticipati, ma, come scrissi giusto 2 settimane fa, purtroppo il Padova non è il Napoli e Italiano non è fratello del capitano campione del mondo. Due mesi di attesa finiti ieri con la pubblicazione della sentenza. Una sentenza però scritta il 14 gennaio..E allora è lecito domandarsi: come mai, dopo tutti quelli precedenti, ancora questi 21 giorni di ritardo? Perchè lasciare ancora in attesa di una sospirata giustizia una uomo, un atleta e i suoi cari? Non avremo forse mai purtroppo risposte in merito…

Vincenzo ha però affrontato questi mesi con grande forza e grande dignità, tenendosi allenato per essere pronto a un nuovo inizio, con il cuore e con la testa però resi pesanti da un’attesa infinita. Vicino a lui sono sempre stati la moglie Raffaella e i suoi due splendidi bimbi, i parenti e gli amici veri che gli hanno dato la forza per superare questi mesi difficili, non levandogli mai la sua simpatia e la sua voglia di sorridere.

A voler trovare una cosa positiva in tutta questa storia c’è il fatto che viene scritta nero su bianco la cancellazione definitiva del marchio infame di essere non solo promotore ma nemmeno parte un illecito e che la morte sportiva dei 3 anni di squalifica sono stati sostituiti da 9 mesi in larga parte già scontati.
Dal 18 marzo infatti Vincenzo potrà tornare in campo e fare ciò che in questi mesi gli è stato negato: giocare ancora 2 anni e poi realizzare il suo sogno di diventare allenatore, partendo dai ragazzi per insegnare loro i valori, la grinta e la grande dignità che ha sempre dimostrato in campo e fuori.

Non resta allora che augurarci di trovare una squadra che creda in lui e di rivederlo in campo già il prossimo mese, con l’augurio che presto torni a segnare e ad esultare per uno splendido gol come questo (anche se lo fece contro la Reggina, squadra del cuore di mio padre, riggitano). Se lo merita.

Chiudo con un ultimo video che alcuni tifosi del Padova, la sua ultima squadra, gli hanno voluto dedicare qualche tempo fa.

Ora manca solo una cosa. Inizia il conto alla rovescia per arrivare al 18 marzo e poterti dire finalmente: bentornato in campo Vincenzo.

Maurizio Romeo (@rumme75)

Post By dodiciblog (114 Posts)

Dodici nasce da una costola di Barzainter.it, ne eredita la filosofia ("Il calcio è solo un gioco, e con il sorriso si gioca meglio") che cerca di trasmettere con un mix di competenza, obiettività condita comunque dall'ironia che mai può mancare. Dodici, come il dodicesimo uomo. L'uomo in più che cercheremo di essere ogni giorno. Solo per voi.

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